Amore e Solitudine: due facce della stessa medaglia
Relazioni, la cosa più importante nella vita?
Osho, qualche mese prima di lasciare il corpo, si rivolse a una persona molto vicina a lui e disse: ”Ma la mia gente è ancora così interessata alle relazioni? … Pensavo foste tutti più interessati alla meditazione…” Naturalmente non ricevette risposta dal suo interlocutore se non un cenno di assenso... sì, eravamo ancora tutti impegnati negli aspetti relazionali della vita.
Da molti anni mi dedico ad aiutare le persone, in training e gruppi, e il tema su cui le persone spendono la maggior parte del tempo ad arrovellarsi, soffrire, interrogarsi sono… le relazioni.
Perché le relazioni ci impegnano così tanto? Relazioni di ogni tipo...
La risposta è: perché l’altra faccia della medaglia è la solitudine. E la solitudine, che Osho definisce l’Everest della vita, ci è sconosciuta in quanto spazio di possibile gioia e delizia interiore.
La meditazione come base di relazioni adulte
Nessuno ci ha mai insegnato la bellezza dell’ascolto di sé, l’armonia del seguire un ritmo interiore, di scegliersi momento per momento rispettando un bisogno proprio, anche se non compreso da chi ci sta intorno.
La solitudine, il silenzio, sono stati quasi denigrati dal sociale... Una persona che sta su di sé, che ascolta silenziosa viene spesso tacciata come strana...
Sin da piccoli il valore e l’energia sono stati tutti rivolti all’aspetto relazionale. All’essere apprezzati dall’esterno, a essere i “primi" o i "meglio”, e così subdolamente abbiamo imparato a competere, a essere sempre in allerta verso l’altro... e a sentirci superiori o inferiori... e mai in pace, al posto giusto...
Negli anni passati accanto a Osho, nella comune di Pune, l’enfasi veniva data al lavoro come meditazione, all’essere centrati su di sé nel presente, mentre si svolgeva una qualsiasi attività. Che fosse tagliare le verdure, pulire una stanza, organizzare un dipartimento... l’enfasi era sullo stare in se stessi... nessuno ti gratificava. Grande scuola!
Imparando a stare nel proprio centro durante un’attività, senza essere preoccupati della gratifica, di competere con qualcuno, quella Presenza in se stessi cresce, e “l’altro” piano piano non è più il tuo focus. La sensazione del collegamento al tuo centro interiore diviene il tuo appagamento, il tuo focus.
Perché racconto tutto questo? Perché soltanto quando sai stare da solo in modo appagato, quando non ti manca l’altro... quando anche in presenza dell'altro, resti collegato al tuo centro... sei pronto per relazionarti in modo adulto.
Una persona che gioisce della propria solitudine e la riempie di creatività... è appagata, trabocca... e solo allora è pronta ad amare, a ricevere e a dare!
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