Prima delle meditazioni attive, avevo praticato varie tecniche di meditazione, zazen in particolare, grazie alle mie insegnanti di danza che, insieme agli allievi, esploravano diversi approcci al corpo e al sentire il movimento autentico dentro ognuno di noi. Quando ho incontrato le meditazioni attive di Osho mi sono subito piaciute perché c'erano la musica e la danza e mi sentivo a casa. All'inizio sono state un bellissimo mezzo per contattare spazi espressivi e creativi, mi lasciavo andare e il corpo era libero. Sperimentavo la differenza tra fare il movimento e abitarlo nel fluire, lasciarlo nascere da dentro. Esploravo il magico potere di usare la voce per liberare l'energia.

Inoltre, avevo trovato un luogo sacro in cui esprimere le emozioni senza censura; così prendevano forma la rabbia, la tristezza, la gioia… le parti buie e quelle più luminose. Poi una volta ho deciso di fare la dinamica per tre mesi e vedere come cambiava la mia vita. Praticare ogni giorno mi ha aiutato ad andare in profondità. Un giorno ero nello stop e la mia mente partoriva pensieri uno dietro l'altro. A un certo punto, improvvisamente, è accaduto che tutto è stato silenzio e vuoto. Ho percepito uno spazio senza tempo, uno stato sospeso di grazia che lì, in quel primo breve istante di connessione, mi è sembrato il mio incontro con la meditazione.