Mi chiamo Ayama e vivo e lavoro a Torino; ho preso il sannyas nel 2009, anche se la mia ricerca penso sia iniziata tempo addietro… ho percorso, infatti, molte strade prima di arrivare a Osho: per esempio, mi ricordo che nei primi anni 2000 partecipavo alle messe (affollatissime, rimanevo sempre nel corridoio, in mezzo alle barelle) di un sacerdote non convenzionale, cappellano di un ospedale di Torino (che di lì a poco fu trasferito) e con lui feci anche un seminario residenziale sull’enneagramma.
Ho anche partecipato, in quegli anni, a diversi ritiri per giovani presso la Comunità monastica di Bose, nel biellese (quando non era ancora così conosciuta), che ha sempre rappresentato per la Chiesa un’esperienza “innovativa” rispetto a un tradizionale monastero.
Sicuramente si poteva intravedere già allora una certa predilezione per contesti un po' alternativi, dove si respirava aria di libertà, pur mantenendo una profonda dimensione spirituale…
Il mio primo amore fu senz’altro lo yoga, che pratico ancora oggi.
Ricordo, era l’estate 2006, allora vivevo ad Asti: entrai nel cortile di un palazzo del centro storico alla ricerca dell’ufficio della concessionaria della tassa rifiuti per pagare la mia bolletta, e rimasi letteralmente folgorata dall’insegna di un centro yoga, che si trovava nello stesso cortile, in perfetto stile indiano, e dentro di me pensai “ma questo è un vero centro yoga”.
In autunno quindi mi iscrissi alle lezioni yoga di quel centro, e sì, nella sala c’era la foto di un signore con la barba lunga, sorridente, vestito con una tunica un po' strana, un cappello… ma non ci badavo più di tanto, io in quel centro yoga, il cui proprietario ed insegnante era sannyasin, toccavo dei livelli di rilassamento ed espansione mai provati, per cui non mi ponevo molte domande. Ad un certo punto Anup (l’insegnante di yoga) mi chiese se io praticassi meditazione, poiché oltre allo yoga, una volta alla settimana, teneva una serata in cui si sperimentavano diverse tecniche di meditazione di Osho.
Siccome in quel periodo seguivo Amma (una Maestra spirituale indiana contemporanea) e praticavo la meditazione da lei ideata, risposi affermativamente, ma lui tagliò corto dicendomi che quella non era meditazione (che ridere a ripensarci): iniziai quindi a partecipare a queste serate e dopo poco tempo anche ad un piccolo gruppo residenziale da lui tenuto alla Magia, in provincia di Grosseto, dove sperimentai per la prima volta la meditazione dinamica.
Ma il bello doveva ancora arrivare… infatti continuavo a seguire Amma, soprattutto quando veniva in Europa, e questo mi costò un bel rimprovero da parte di Anup: per rimediare a questa mia disubbidienza disse che dovevo assolutamente partecipare ad un seminario a Miasto, che allora non conoscevo neppure.
Era il 2007, mancavano pochi giorni a Natale e chiamai Miasto per iscrivermi ad un gruppo a Capodanno: mi dissero non solo che non c’era più posto, ma che, siccome la lista di attesa era molto lunga, non avrebbero neppure segnato il mio nome. Io, che di solito sono molto introversa, dissi “dai prendi il mio nome”: fu così che a Santo Stefano trovai una chiamata non risposta; il giorno dopo, arrivata in ufficio, cercai a chi corrispondesse quel numero… Osho Miasto… il gruppo iniziava il giorno stesso, Prashantam, il group leader, mi avrebbe accettata anche se fossi arrivata la sera… chiusi l’ufficio senza dire niente a nessuno e partii.
A quel Capodanno conobbi una persona importante per me, con cui iniziai una relazione, e che allora viveva a Miasto, per cui iniziai a frequentare la comune con regolarità e fu una conseguenza naturale poi partecipare al programma Living the Commune, che allora era appena stato creato.
Non mi dilungo troppo sulle casualità che mi hanno portato ad incontrare Siddho e Anurag mentre mi trovavo a Miasto, in un momento ovviamente in cui non sarei dovuta essere lì… più che un incontro una benedizione.
Da allora non ho mai smesso di seguirli nel loro lavoro: ho partecipato a 4 Training di Costellazioni Familiari, ma potrei ripetere il Training all’infinito, in quanto rappresenta un percorso che ti porta ogni volta più in profondità, a nuove comprensioni, in cui scopri sempre qualcosa di nuovo rispetto ai condizionamenti e alle credenze del sistema familiare di origine, un bel viaggio interiore di consapevolezza, guarigione e amore.
Da diversi anni poi ho anche l’immensa fortuna di poterli assistere nel loro lavoro, e proprio mentre scrivo è ancora vivo in me il ricordo di un gruppo di Costellazioni Familiari che si è tenuto ad inizio giugno a Miasto: è stato uno dei gruppi, a cui ho assistito, di maggiore intensità, in cui si è creato un campo di guarigione potente, ed è stato bello e arricchente vedere i volti delle persone che vi hanno partecipato trasformati al termine del percorso.
Per me il rapporto con Osho significa essenzialmente andare oltre… oltre ai condizionamenti, alle credenze, ai limiti, a quello che uno pensa di essere, è andare alla scoperta del proprio volto originario, è tornare a casa.
Tutto ciò rappresenta l’andare oltre al conosciuto e un Maestro ti mostra, ti indica la via.
Sento poi che, in seguito a quello che tutti noi abbiamo attraversato in questo ultimo anno e mezzo circa, in cui l’esterno è stato una sfida così forte, il mio rapporto con Osho è divenuto più intimo e si è approfondito nel silenzio, grazie alla meditazione.
Come dice Osho… Sannyas is a love affair… è proprio così…
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